CERRETO SANNITA
La scoperta dell’architetto Lorenzo
Morone tra Monte Cigno e Caia Borsa
RINVENUTE COSTRUZIONI DI EPOCA
PREISTORICA
Tumuli, Dolmen e Menhir
risalenti ad età comprese tra il cinquemila ed il duemila Avanti Cristo
Da Monte Cigno a Caia Borsa tra tumuli,
dolmen e menhir neolitici. La scoperta ci è confermata dall’architetto e
storico Lorenzo Morone, ex vicesindaco Cerretese.
Grazie alla sua incessante opera di
studio veniamo a conoscenza di una straordinaria risorsa storica risalente ai
tempi primitivi dell’uomo.
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Lorenzo Morone |
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Tumulo con sovrastante Menhir |

Sono tanti i frequentatori di quella
zona, a valle di monte Moschiaturo, attraversata da sentieri e percorsi antichi
che, stranamente, sembrano portare tutti verso il Tempio Sannitico di Cerreto
Sannita. Sono soprattutto pastori, cacciatori e cercatori di funghi, oltre a
qualche lupo solitario che ancora si stupisce davanti alla bellezza del creato.
Molti, in caso di improvvisa bufera, hanno cercato rifugio in quelle caselle
senza tempo, tipici, eterni rifugi dei pastori fino a…ieri. Tanti hanno
zigzagato tra quei cumuli di pietre troncoconici sparsi qua e là. Tanti avranno pensato: sono i tipici cumuli
realizzati per liberare aree da dedicare all’agricoltura. Nessuno, però, avrà
fatto caso ad una differenza fondamentale: qui sono raggruppati ai lati delle
valli, sempre in presenza di acqua, quasi con una geometrica disposizione. E
nessuno si sarà chiesto perché, nell’intento di liberare un terreno da pietre,
delle genti le abbiano raccolte a valle per trascinarle, con enorme fatica, a
monte, al solo scopo di realizzare tanti cumuli molto simili tra loro. Non
contenti, li hanno circondati pure con muri a secco. Non sarebbe stato più
logico creare un unico punto di accumulo? E poi, i terreni che circondano i
cumuli non appaiono affatto sgomberati da pietre e sembra difficile pensare che
avrebbero potuto essere utilizzati per scopi agricoli. Strano, vero? Alcuni di questi cumuli, quelli più grandi,
diciamo 5 metri di diametro, sono “aperti”, sembrano delle ciambelle con buco,
altri hanno un vero e proprio accesso frontale. Isolate, invece, ci sono le
caselle in pietra tipiche dell’appennino abruzzese. Altri tumuli, quelli più
piccoli, ricordano i “cairn”, ossia le tombe neolitiche a forma di cumulo. E su
qualcuno troneggia un menhir, un masso di dimensioni notevoli, allungato,
infisso al centro a guisa di obelisco. Si. Proprio quelli che spesso vengono
asportanti con le ruspe e, posizionati altrove, modificano non solo un
paesaggio “immodificabile” per legge, ma anche, talvolta, la storia. Ricordo
che molti cimiteri arcaici sono semplici recinti circondati da menhir. Ma la
sorpresa più inattesa è stata l’incontro avvicinato con un dolmen. Qualcosa di
eccitante difficile da raccontare. I
dolmen, lo ricordo a me stesso, sono composizioni funerarie preistoriche
risalenti al neolitico, diciamo dal 5.000 al 2000 a.C., composte da massi
infissi nel suolo, con una grande “tavola di pietra” poggiata sopra.
Per vedere Dolmen e Menhir, non c’è
bisogno di immaginazione, ma solo di un po’ di cultura, tanta testardaggine e
la forza.