"Non ho potuto sempre dire tutto quello che volevo, ma non ho mai scritto quello che non pensavo" (Indro Montanelli)


RINVENUTE COSTRUZIONI DI EPOCA PREISTORICA


CERRETO SANNITA
IL SANNIO QUOTIDIANO 28 gennaio 2020

La scoperta dell’architetto Lorenzo Morone tra Monte Cigno e Caia Borsa

RINVENUTE COSTRUZIONI DI EPOCA PREISTORICA

Tumuli, Dolmen e Menhir risalenti ad età comprese tra il cinquemila ed il duemila Avanti Cristo

Da Monte Cigno a Caia Borsa tra tumuli, dolmen e menhir neolitici. La scoperta ci è confermata dall’architetto e storico Lorenzo Morone, ex vicesindaco Cerretese.
Grazie alla sua incessante opera di studio veniamo a conoscenza di una straordinaria risorsa storica risalente ai tempi primitivi dell’uomo.
Lorenzo Morone
Tumulo con sovrastante Menhir
Sono tanti i frequentatori di quella zona, a valle di monte Moschiaturo, attraversata da sentieri e percorsi antichi che, stranamente, sembrano portare tutti verso il Tempio Sannitico di Cerreto Sannita. Sono soprattutto pastori, cacciatori e cercatori di funghi, oltre a qualche lupo solitario che ancora si stupisce davanti alla bellezza del creato. Molti, in caso di improvvisa bufera, hanno cercato rifugio in quelle caselle senza tempo, tipici, eterni rifugi dei pastori fino a…ieri. Tanti hanno zigzagato tra quei cumuli di pietre troncoconici sparsi qua e là.  Tanti avranno pensato: sono i tipici cumuli realizzati per liberare aree da dedicare all’agricoltura. Nessuno, però, avrà fatto caso ad una differenza fondamentale: qui sono raggruppati ai lati delle valli, sempre in presenza di acqua, quasi con una geometrica disposizione. E nessuno si sarà chiesto perché, nell’intento di liberare un terreno da pietre, delle genti le abbiano raccolte a valle per trascinarle, con enorme fatica, a monte, al solo scopo di realizzare tanti cumuli molto simili tra loro. Non contenti, li hanno circondati pure con muri a secco. Non sarebbe stato più logico creare un unico punto di accumulo? E poi, i terreni che circondano i cumuli non appaiono affatto sgomberati da pietre e sembra difficile pensare che avrebbero potuto essere utilizzati per scopi agricoli. Strano, vero?  Alcuni di questi cumuli, quelli più grandi, diciamo 5 metri di diametro, sono “aperti”, sembrano delle ciambelle con buco, altri hanno un vero e proprio accesso frontale. Isolate, invece, ci sono le caselle in pietra tipiche dell’appennino abruzzese. Altri tumuli, quelli più piccoli, ricordano i “cairn”, ossia le tombe neolitiche a forma di cumulo. E su qualcuno troneggia un menhir, un masso di dimensioni notevoli, allungato, infisso al centro a guisa di obelisco. Si. Proprio quelli che spesso vengono asportanti con le ruspe e, posizionati altrove, modificano non solo un paesaggio “immodificabile” per legge, ma anche, talvolta, la storia. Ricordo che molti cimiteri arcaici sono semplici recinti circondati da menhir. Ma la sorpresa più inattesa è stata l’incontro avvicinato con un dolmen. Qualcosa di eccitante difficile da raccontare.  I dolmen, lo ricordo a me stesso, sono composizioni funerarie preistoriche risalenti al neolitico, diciamo dal 5.000 al 2000 a.C., composte da massi infissi nel suolo, con una grande “tavola di pietra” poggiata sopra. 
Per vedere Dolmen e Menhir, non c’è bisogno di immaginazione, ma solo di un po’ di cultura, tanta testardaggine e la forza.