"Non ho potuto sempre dire tutto quello che volevo, ma non ho mai scritto quello che non pensavo" (Indro Montanelli)


SANTA GAUDENZIA ACCOLTA CON RILUTTANZA


CASTELPOTO
IL SANNIO QUOTIDIANO 5 giugno 2019

La scelta del parroco: acquistare l’effige per “completare” il quadro di famiglia

LA STATUA DI SANTA GAUDENZIA ACCOLTA CON RILUTTANZA

Le critiche: “Nessuna fatto storico ne conferma l’esistenza ed il legame con i Santi Martiri Vittoriano, Costanza e Simplicio”



Sta facendo discutere, nel piccolo centro sannita, la scelta del parroco locale, don Luigi Mazzone, che nella giornata di lunedì ha chiamato a raccolta la comunità religiosa per accogliere in paese una nuova effige, quella di Santa Gaudenzia.
Alla Santa Messa solenne – presieduta dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Benevento monsignor, Franco Iampietro – ed alla relativa omelia catechesi dell’autore della statua, don Luigi Razzano, erano presenti veramente in pochi. Un segno tangibile dello scollamento di un rapporto, fino ad ora indissolubile, tra la comunità locale ed il suo parroco. In molti, infatti, hanno criticato la scelta di don Luigi. Gli sarebbe stato chiesto, infatti, più di una volta di non acquistare l’immagine a cui i castelpotani non si sentirebbero affatto legati, malgrado il nome di Gaudenzia in paese è stato molto usato.
Sulla pagina Facebook ufficiale del Comitato festa dei Santi Martiri Costanzo, Simplicio e Vittoriano, il parroco don Luigi ha accolto la statua con queste parole: “Benvenuta cara Santa Gaudenzia la nostra comunità parrocchiale ti ha aspettato per 321 anni. Grazie per essere presente nella tua e nostra famiglia dei santi Martiri Costanzo Simplicio e Vittoriano”.
C’è tutta una storia dientro a Santa Gaudenzia. Secondo la tradizione, Simplicio era un cristiano della Borgogna che venne martirizzato insieme ai suoi due figli, Costanzo e Vittoriano, sotto il regno di Marco Aurelio (161-179). Il racconto della loro "Passio" è di carattere favolistico ed è perciò privo di ogni valore storico; il testo è riportato in un'iscrizione del 1406. Secondo questo resoconto, Simplicio era un nobile borgognone, sposato con Gaudenzia, la quale gli aveva dato due figli: Costanzo e Vittoriano. In un anno indeterminato dell'impero di Antonino Pio, l'intera famiglia si convertì al Cristianesimo, facendosi battezzare da San Gennaro (non il santo napoletano, bensì un francese); in seguito al sacramento, Gaudenzia partì con alcune donne verso un "sacro ritiro" (forse un monastero) dove morì santamente. Qui si perdono le tracce della Santa.
Ma c’è addirittura chi mette in dubbio questo legame di Gaudenzia con i Santi Martiri. Questo perché nel Martirologio Geronimiano è riportata, dopo alcuni martiri romani, questa lezione: "Gaudentiae virginis et aliorum trium". Questa menzione è l'unica notazione antica che si possiede di Gaudenzia. Alcuni critici ritengono che non si tratti di una martire romana, ma di un'errata trascrizione di copisti per cui Gaudenzia dovrebbe essere identificata con la martire romana Candida, ricordata dal Geronimiano il 29 agosto. Affermazione tuttavia non sufficientemente provata.
Insomma, contestando proprio l’esistenza di Gaudenzia, in molti a Castelpoto si sono detti scettici sull’opportunità di prendere questa statua.
Abbiamo anche raccolto qualche commento e l’impressione è decisamente critica. C’è infatti chi ci ha riferito proprio quanto abbiamo scritto pocanzi, vale a dire che non esistono notizie o fonti attendibili sulla sua vita, nessun corpo o reliquia vagamente riconducibile a Gaudenzia.
Spingendosi oltre, qualcun altro ci dice tassativamente: “Il suo culto non fa parte della tradizione e della fede castelpotana. La vera devozione è solo ed esclusivamente per i Martiri Costanzo Simplicio e Vittoriano e, nello specifico, verso San Costanzo”. Si grida allo scandalo ed all’offesa “…al popolo castelpotano, alla sua storia e alla sua tradizione”.
Ma le critiche piovono anche per la statua in se che viene considerata “...inguardabile ed oscena, lo stile artistico (se così può definirsi) mal si concilia con quello dei Santi Martiri. Poi in un contesto religioso e sacrale come quello, lo sporgere di determinate parti anatomiche palesemente visibili rende il tutto tragico se non comico”.
In paese si parla anche di un comitato civico pronto ad intervenire per chiedere un parere dell’autorità ecclesiastica.